IMPRENDITORI AGRICOLI E COLTIVATORI DIRETTI

La disciplina normativa sul sovraindebitamento permette anche alle aziende agricole non fallibili, e quindi anche al coltivatore diretto o imprenditore agricolo che esercita la propria attività con ditta individuale o società di persone, di accedere al beneficio dell’esdebitazione (completa risoluzione della propria posizione debitoria) tramite lo strumento dell’accordo con i creditori o della liquidazione del patrimonio.

Mai come in questi anni il settore agricolo necessita di strumenti idonei a risolvere lo stato di sovraindebitamento che colpisce numerose aziende e causato da circa 15 anni di crisi dei profitti, scelte politiche nazionali non idonee, misure europee penalizzanti per l’agricoltura italiana il tutto accompagnato da un crollo del prezzo dei prodotti agricoli.

Quasi ogni settore agricolo (produzione foraggi, cereali, semi oleosi, latte e carne) è stato colpito dalla crisi; a volte l’imprenditore è riuscito a limitare i danni coprendo le perdite con risorse proprie o familiari, altre invece no. Accumulare debiti ha portato molte imprese in uno stato di sovraindebitamento da cui non riescono ad uscire.

Si riporta un estratto di un caso pratico affrontato: Tizio, imprenditore agricolo affittuario di un podere agricolo destinato alla coltivazione di riso, a partire dallo scorsa campagna agraria non riesce a far fronte all’elevato monte spese per la coltivazione dei campi (fatture con il Consorzio agrario per fornitura concimi, semenze e diserbi), non riesce che a corrispondere limitati acconti a fronte del debito maturato per il canone annuale di affitto e ricava pochissimo dalla vendita del riso per il crollo del prezzo. La situazione di sovraindebitamento si è venuta a creare per via dell’andamento altalenante del prezzo del riso che in pochi anni è oscillato da 50 euro al quintale a 30 euro al quintale, mentre il prezzo dei prodotti strumentali alla coltivazione (sementi, concimi e diserbi) è rimasto invece in costante trend rialzistico.

La soluzione per tale caso è stata individuata nella presentazione di una proposta di accordo con i creditori tale da permettere una risoluzione della posizione debitoria passata, secondo il concetto del saldo a stralcio (si paga una sola parte del debito), ed una continuazione dell’attività aziendale.

Molti casi, anche tratti dalla cronaca, ci insegnano come situazioni debitorie affrontate senza i giusti strumenti sono degenerate sino al punto di vedere costretta la persona di turno ad essere spogliata di ogni bene rimanendo però obbligato al pagamento di una pluralità di posizioni debitorie. E così relegandosi ad una esistenza di sacrifici al solo fine di pagare interessi moratori e solo parte del capitale di debito maturato.